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mercoledì 4 gennaio 2012

La prospettiva in Michael Pacher


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Questo libro diviene un punto fondamentale per capire la pittura tirolese del XV secolo e in particolar modo, con l'inserimento di 35 immagini, il rapporto che Michael Pacher ebbe con la prospettiva. Tema mai studiato approfonditamente e quindi proposto con questa analisi, grazie ad una tecnica originale che mostrando le linee costruttive del dipinto e nei casi più interessanti, ricostruendo totalmente la tavola, ha permesso di cogliere il nesso tra i personaggi e la composizione spaziale mostrando significati rimasti celati nei secoli. La scelta di pubblicare questa ricerca storico critica, nasce dal forte interesse dimostrato dal mondo accademico, le Associazioni Culturali e dunque dal pubblico intervenuto alle conferenze di Sergio Pesce.


FM: Ci parli un po' di questo libro.
PESCE: Dopo anni di ricerche, conferenze e articoli ho deciso di condensare i miei sforzi proponendo questo libro.
FM: Perchè la prospettiva? la critica sembra ormai disposta ad accettare le sue tesi?
PESCE: La prospettiva applicata da Pacher nelle sue portelle d'altare, fu modificata dallo stesso autore per produrre una tecnica che spiego bene nel mio libro. I risultati sono straordinariamente originali e mai analizzati in passato. La critica con il tempo ha accettato la cosa, mostrando del sincero entusiasmo. Infondo  la matematica non è una opinione e la costruzione spaziale è matematica.
FM: Oltre all'aspetto spaziale quali altre scoperte ha potuto fare?
PESCE: Alcune riguardano il supposto viaggio che l'artista sembra aver fatto a Padova. Ho visionato personalmente i documenti d'archivio e non sono state trovate alcune prove in merito. Inoltre non dobbiamo dimenticare l'importanza degli artisti che avevano lavorato prima di lui nella Val Pusteria, e che lui stesso cita nelle sue portelle.
FM: Questa ipotesi però è data per fatto reale dalla critica.
PESCE:  Tutto nasce da una supposizione di Mannowsky nel XIX secolo, ripresa poi da vari storici negli anni successivi. Con il tempo la cosa è stata data per scontata. Certo che è innegabile il "carattere" veneto nei dipinti di Pacher, ma ritengo sia giusto mantenere sempre un approccio storico e quindi guardare le fonti. E in questo caso le fonti non ci sono.
FM: Leggendo il suo libro si percepisce la cura per la precisione, mi chiedevo se è per questo motivo che ha voluto inserire un capitolo sulle attribuzioni.
PESCE: Certo. Le opere prese in considerazione in quel capitolo hanno una fortuna critica legata a Pacher. Dopo una attenta analisi i risultati potranno soddisfare anche i lettori più curiosi.