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sabato 4 febbraio 2012

Estratto della videoconferenza su La Prospettiva in Michael Pacher del 2/02/2012


USER27: Per quale motivo ha scelto di trattare un artista complicato come Michael Pacher?
PESCE: Penso sia più giusto considerarlo un artista complesso. Tale complessità nasce dal buio dei documenti che lo riguardano, questo ha fatto sorgere, dal XIX secolo una serie di teorie che hanno minato la sua biografia. Dopo una attenta ricerca storica e seguendo un metodo filologico ho potuto aggiornare quanto era stato scritto.  Le contraddizioni sorte dalle varie teorie del passato hanno dato vita al dubbio che si stesse parlando di un artista complicato. Nel mio libro l'atteggiamento è diametralmente opposto. Esiste quindi una netta separazione tra ciò che si può provare e non. La complessità di Pacher invece nasce dalla sua soggettiva interpretazione dell'arte pittorica. Essendo per metà brunicense la mia attenzione non poteva non cadere su di lui.

USER15: Quanto tempo è stato necessario per scoprire quello che ci sta mostrando oggi?
PESCE: Parliamo di circa due anni di studio. Molto tempo è servito per leggere tutte le monografie e trattati che lo riguardavano, sia in lingua tedesca italiana ed inglese. Per quanto concerne le mie analisi, frutto di un approccio storico critico ho fatto affidamento alle mie conoscenze anche sul campo del disegno. Ogni tavola racconta una spazialità del tutto legata alla singola opera e quindi suggestiva per chi la deve analizzare. Come potrete vedere nel mio libro sono ben 35 le tavole che seguono queste ricostruzioni. E questo fa de "La prospettiva in Michael Pacher" un lavoro unico per questo artista.

USER34: Quali sono le sue implicazioni con la confraternita laica del convento di Novacella? 
PESCE: Nessuna. proprio per questo motivo ad un certo punto della sua attività, parliamo della metà degli anni settanta del Quattrocento dopo aver terminato l'altare dei Padri della Chiesa a Novacella, si spostò a Monguelfo. Tale confraternita tutelava gli inscritti attraverso il pagamento di quella che noi oggi chiameremo tassa. Attraverso questa essi si assicuravano il lavoro presso il convento. Dai documenti visionati sappiamo che nelle sue liste comparivano Leonardo da Bressanone e il Maestro di Uttenheim. Pacher non fu mai inserito in questa lista, i motivi di tale scelta dipendono dall'appoggio goduto di Leonard Nafter.

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